Intervista – DAVIDE VAN DE SFROOS: “Van de Best” è un totem di viaggio

Davide Van De Sfroos celebra la sua carriera con “Van de Best” un nuovo progetto che va oltre la semplice raccolta: un viaggio emozionale e creativo in 49 brani che ripercorrono la sua storia musicale e personale.

In occasione dell’uscita del disco e del suo imminente concerto al Forum di Assago l’abbiamo intervistato. Tra aneddoti, riflessioni e dettagli sulla creazione di un booklet unico, Van De Sfroos ci guida alla scoperta del suo mondo fatto di simboli, emozioni e autenticità.

L’INTERVISTA 

Davide, come stai? Dove ti trovi in questo momento?

Bene, grazie! Sono molto impegnato. Da un lato sto lavorando alla presentazione del nuovo disco, e dall’altro mi sto preparando per le prove del concerto del 23. Insomma, un periodo intenso, ma gli impegni si bilanciano e alla fine riescono persino a distrarti uno dall’altro.

Parliamo del tuo ultimo progetto. “Van de Best” non è solo una raccolta di brani, vero? È qualcosa di più, come un diario o un viaggio nella tua carriera.

Esatto! Tecnicamente è una raccolta, 49 brani che ripercorrono la mia storia musicale. Ma se guardi più a fondo, diventa una sorta di totem di viaggio. È un bilancio personale, un gioco con il mio passato. È come se questi brani, negli ultimi anni, avessero bussato alla mia porta, ricordandomi che sono ancora vivi. Alcuni sono sempre in scaletta nei concerti, ma altri restavano chiusi nell’armadio. Riscoprirli è stato come un invito a riportarli alla luce.

Sai, i brani sono diversi dai vestiti: questi ultimi con il tempo non ti entrano più, ma le canzoni mi calzano ancora perfettamente. E con il passare degli anni, diventano più preziose, più stagionate. Non hanno una scadenza, parlano di temi universali. Ecco perché sento l’esigenza di ricantarle e risuonarle oggi, con un approccio fresco e moderno.

Hai lavorato con molti musicisti per riarrangiare i pezzi. Com’è stato questo processo?

Bellissimo, ma anche impegnativo. Ho cantato per giorni interi, risuonando ogni brano con nuove energie.
È stato come entrare in una lavatrice spazio-temporale: ogni canzone mi riportava momenti, palchi, flash di ricordi. Questo disco non aveva bisogno di un libretto con i testi, quindi ho creato un inserto grafico personale: 28 pagine che ricordano i miei collage, pieni di foto, piume, e frammenti tridimensionali. È qualcosa di genuino, fatto da me per i fan.

La tua carriera è cominciata da giovanissimo. Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica era la tua strada?

Dovremmo tornare ai miei 17 anni, quando mi chiamavo David Action e suonavo in una band post-punk, i Potage. Era un gruppo fuori dagli schemi: prendevamo brani di Caterina Caselli o dei Clash e li trasformavamo in versioni punk.

Ricordo un concerto di primavera vicino al lago. Indossavo una canottiera variopinta, mutandoni a righe e scarpe arancioni, cantando “Anarchy in the UK” dei Sex Pistols in italiano. Un anziano nel pubblico chiese al vicino: “Ma non è il figlio della Fernanda che sta dicendo di essere l’Anticristo?” (ride).
Quella performance mi liberò di tutte le mie paure. Scendendo dal palco, sentii che la musica era il mio posto nel mondo.

Tornando alle canzoni, c’è un brano in questa raccolta che senti particolarmente attuale o profetico?

Certo, alcuni brani mi fanno venire i brividi per quanto sembrano contemporanei. Goga e Magoga, per esempio, parla di distruzione ecologica e morale, temi che oggi sono ancora più rilevanti. È come se avessi lanciato una profezia senza saperlo.

Nel booklet del disco, ci sono molti simboli e segni particolari. Da dove nasce questa tua passione?

Non un semplice libretto, ma una raccolta di pagine nello stile esatto dei miei taccuini, creata in esclusiva con materiale inedito, disegni e foto.  

Fin da ragazzo mi è sempre piaciuto rappresentare emozioni o concetti con segni grafici, come fossero glifi o rune.
Ogni simbolo ha un significato: il fulmine bianco rappresenta l’apertura, quello nero la profondità, quello rosso l’emotività. Sono un linguaggio istintivo, una connessione con qualcosa dentro e fuori di me.

Ultima domanda. Con questo disco celebri un percorso lungo e intenso. Che rapporto hai oggi con la tua musica?

Più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto la musica sia stata un antidoto per me. Ogni canzone è un vestito che mi calza ancora bene, un simbolo di chi ero e di chi sono oggi. È un viaggio continuo, ed è incredibile come la creatività ti permetta di restare sempre un po’ fanciullo.

ASCOLTA IL DISCO 

INSTORE 

Mercoledì 20 novembre           Milano @ Feltrinelli P.zza Piemonte ore 18.30 
Sabato 14 dicembre                  Sondrio @ La Pianola                   ore 16.00

INFO & BIGLIETTI 

Il prossimo 23 novembre DAVIDE VAN DE SFROOS salirà sul palco dell’Unipol Forum di Assago (MI) ma questa volta non sarà un semplice concerto ma uno show unico: una vera e propria festa per Van De Sfroos e i suoi fan che avranno modo di condividere con il cantautore più volte vincitore del Premio Tenco le canzoni e la storia di questi 25 anni di carriera solista.

23 novembre 2024 all’Unipol Forum di Assago (MI)

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