Alla fine dopo tanti rinvii LP riesce ad esibirsi a Milano (dove mancava dal 2017), in un concerto molto atteso.
Laura Pergolizzi (così all’anagrafe l’artista americana) si presenta al pubblico milanese insieme ad una solida band (chitarra, tastiere, basso e batteria) mettendo in scena un concerto rodato, concreto e robusto.
Nel corso degli anni la fama di LP è cresciuta anche grazie ad una serie di azzeccati successi ed alla sua forte personalità che esprime molto bene dal palco. L’entrata come consuetudine è accompagnata dalla discesa di una breve scala a fondo palco che la porta on stage, il tutto seguito da migliaia di telefonini che illuminano la sala. È un inizio tranquillo, un solo episodio che introduce poi all’energia del concerto. LP lascia subito la chitarra per imbracciare il suo consueto ukulele che l’accompagnerà per buona parte della serata. Il fischio (altra caratteristica dei suoi live) arriva con il terzo brano e farà capolino più volte nella serata.
Il concerto si muove tra un rock chitarristico (“No Witness” e “My Body” i più robusti) e momenti ritmati (“Everybody’s falling in love” e “When We Are High”) con un “tiro” generale forte. Laura conferma le sue grandi doti vocali: una voce potente ma anche modulata che in alcuni momenti fa “bella mostra di sé”. Le migliori performance vocali si raggiungono su “Tokio” e “Churches” anche se non mancano moltissime occasioni in cui la cantante fa capire cos’è in grado di fare.
Sul palco LP ci sta con grande personalità, si muove lungo lo stage, si sporge verso il pubblico. Anche quando è ferma a centro palco con l’ukulele attira l’attenzione con le sue movenze e il fisico asciutto e la massa di capelli che la contraddistingue.
A metà concerto per una manciata di canzoni tutto si quieta, arriva il momento intenso e delicato della performance. LP rimane da sola prima con il chitarrista che suona l’acustica e poi con il tastierista. Il terzo brano di questo momento acustico la vede voce e chitarra da sola sul palco per un’intensa versione di “Churches”, che è una dichiarazione d’amore verso l’amore – perché spesso LP mette questo sentimento al centro delle sue composizioni declinandolo però in chiave energica e non melodico/poetica.
Superato “l’angolo acustico” si riprende con la band al completo ed arriva “Shaken”, che sembra un (hard) twist sulle cui note tutti ballano e con un assolo di chitarra. Il momento migliore del concerto.
Arrivano i bis che si chiudono sul successo “Lost On You” resa in una lunga versione con un “caldo” assolo finale di chitarra mentre il pubblico già esce dal club.
Buon concerto di grande energia, a tratti un po’ monocorde nei suoni e nelle strutture di alcuni brani ma sicuramente Lp è un grande personaggio e una brava artista.
SCORE: 7,50
Recensione di Luca Trambusti per musicadalpalco.com (Clicca per leggere l’intero articolo)
LA SCALETTA
When We Touch
Goodbye
Girls Go Wild
Everybody’s Falling in Love
When We’re High
No Witness
Strange
How Low Can You Go
The One That You Love
Can’t Let You Leave
Tokyo Sunrise
Rainbow
Recovery
Churches
My Body
Shaken
Yes
Into the Wild
One Last Time
Bis:
Special
Lost on You
WEB & SOCIAL
L’articolo Live report e scaletta – LP: voce e carisma proviene da Newsic.it.