“Ama il prossimo tuo come te stesso” è il titolo del tanto atteso album di debutto di Manuel Agnelli.
Un disco che rappresenta un’indagine sulla complessità dei sentimenti umani, rivolta all’ interno e all’ esterno di sé.
Mi hai perdonato per avermi amato, amore mio? / non puoi uccidere chi ti fa vivere» riflette non a caso Manuel nella title track.
Dopo anni di militanza negli Afterhours, la band che più di ogni altra ha plasmato il suono dell’ alt-rock italiano, Agnelli si cimenta per la prima volta con un lavoro in solitaria. Ma Ama il prossimo tuo come te stesso è per lui l’album della maturità e della ritrovata innocenza creativa. Non sarebbe infatti stato possibile concepire alcuni dei brani contenuti nel disco senza la crescita e la padronanza della materia che gli derivano dall’ esperienza ultra-trentennale da musicista, performer e autore di canzoni ma il lockdown, che ha dilatato i tempi e moltiplicato le incognite, lo ha riportato alla condizione di scrivere senza scadenze, senza un progetto troppo definito, come quando da giovanissimo scriveva pensando solo alla musica e a quello che avrebbe voluto raccontare. Mai come in questo lavoro, Manuel si libera da ogni gabbia per spaziare tra tutte le sue ispirazioni, le sue influenze e le sue velleità.
Le dieci canzoni che compongono Ama il prossimo tuo come te stesso si caratterizzano per la narrazione allo stesso tempo introspettiva e globale: a differenza di quanto potrebbe apparire a una prima analisi, non raccontano di un rapporto amoroso tra due persone, ma del rapporto tra un uomo e tutti coloro che lo circondano. Nella migliore tradizione della sua scrittura, il linguaggio che ha scelto per esprimersi è colto e poetico, ma allo stesso tempo ruvido e diretto, privo di ammiccamenti al mercato discografico di oggi e dove le ballate sono più che classiche – antiche – e giocano con i brani più d’avanguardia in piena libertà, marchiate da una personalità così forte da essere riconoscibile con qualsiasi vestito.
Manuel ha presentato il disco alla stampa con uno show case dove ha suonato alcuni brani del disco oltre che fare una narrazione sulla genesi dell’album e sul suo senso.
Ecco cosa ha raccontato Manuel:
LA GENESI
Ho suonato la quasi totalità degli strumenti presenti nelle varie tracce.
Una scelta inizialmente dettata dalle contingenze – la fase di scrittura è iniziata in lockdown appunto, quando era impossibile incontrare altri musicisti per lavorare ai brani.
Non avevo uno studio in casa, oggi si, e quindi ho iniziato a suonare tutto quello che trovavo.
Ho suonato coperchi, catene, scatole di cartone, bidoni della spazzatura, bottiglie di plastica, sacchi da boxe e molto altro ancora.
LA LIBERTA’
Questo disco mi porta libertà.
La libertà di riuscire a liberarsi da una idea che avevo di me stesso.
In tutti questi anni sono rimasto sposato felicemente con gli Afterhours ma alla fine dovevo cambiare.
Con questo disco sono riuscito a trovare la libertà.
Diversi pezzi li sento molto miei. Musicalmente è difficile fare cose diverse. Difficile uscire dal cliche di se stesso.
Difficile soprattutto se collabori con musicisti talentuosi che hanno il loro stile. Manca la sorpresa, lo stupire!
Con gli After ero felice ma all’interno di un progetto. Ero in una sorta di gabbia dorata.
Non volevo fare un disco di rottura, come fanno tanti che sperimentano vie nuove, ma volevo un disco di continuità, però libero!
IL TITOLO
Il titolo rappresenta una delle massime più legate al senso comune, e allo stesso tempo più rivoluzionarie, che siano mai esistite.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” è una frase di una potenza devastante ed è una frase che non è mai stata consumata perché non è mai stata realizzata!
L’ho rubata volentieri, mi è stata prestata senza royalties, per una volta.
Per me rappresentava molto bene l’essenza del disco e tutti gli argomenti dei quali stavo parlando.
Una frase fatta, retorica che però torna adesso ad avere una contemporaneità devastante.
Mi è piaciuto mi ha fatto sentire utile, nel mio piccolo, nel recuperare delle cose che sembravano scontate e invece non lo sono per niente, un po’ come sta succedendo per la libertà, che la diamo per scontata, ma non è sempre così!
LE ELEZIONI
Io sono di sinistra, sono sempre stato di sinistra spesso più a sinistra di così. Penso che quello che sta succedendo sia una grande occasione per tornare ad avere un minimo di contenuti e per tornare ad avere un minimo di senso delle cose!
LA GUERRA
In questo disco si parla anche di guerra. Ci sono almeno due canzoni che ne parlano apertamente: Severodonetsk, dal nome dell’ormai tristemente famosa città in Ucraina oggi sotto controllo delle forze russe e Guerra e pop-corn.
La guerra è prima di tutto una tragedia, per cui ho scritto un pezzo che, invece di parlare di geopolitica e di parlare delle ragioni di uno di ragione dell’altro, parlasse di una posizione personale di una persona che vive all’interno di questa situazione più grande di lui.
Una situazione che non può risolvere in nessun modo e non può intervenire. Proprio per questo si ricorda di mettere in stand by l’unica parte che vuole conservare ovvero il suo cuore e la sua propria parte interiore.
Guerra e pop-corn invece è un orgetta fra due persone che guardano la guerra alla tv mangiando popcorn. Un vedere le cose distanti, quasi come finzione.
E’ un po il nostro tipo di atteggiamento rispetto a queste cose, le rifiutiamo finché non ci succede e soprattutto pensiamo che non possa mai succedere. («Si vedrà quando toccherà a noi / per ora gira pure nuda e ridi / non sbagli mai»).
Una cosa simile ci era già successa negli anni 90 con la tragedia Jugoslavia. Aveva la guerra a pochissimi chilometri a Trieste si sentivano le cannonate ma alla fine non abbiamo imparato nulla. Siamo tutti qui a fare i virologi, gli allenatori e adesso anche gli esperti militari per cui esprimiamo opinioni che non hanno nessun senso e prendiamo decisioni sulla base del nulla.
GLI AFTERHOURS
Gli Afterhours sono un progetto secondo me interessante ancora adesso. I musicisti che compongono questo progetto sono grandissimi talenti e sicuramente potremo tirare fuori ancora delle cose interessantissime. Però sono un progetto! E’ questa la grossa differenza. Rispetto a una band di amici che vive insieme il progetto non è una cosa istintiva, lo devi mettere in piedi, programmarlo, e diventa difficile fare una cosa programmata per tutta una vita!
Come progetto torneremo quando avremmo qualcosa da dire di veramente interessante. Faremo quindi sicuramente un altro disco, ma potrebbe essere anche fra 25 anni!
IL FUTURO
Questo album è il primo come solista ma non sarà di certo l’ultimo. La mia idea è quella di fare un disco nuovo ogni due-tre anni.
I COLLABORATORI
A lavoro quasi ultimato ho coinvolto un piccolo ma eccezionale gruppo di musicisti e produttori : Tommaso Colliva, Guido Andreani, Giovanni Versari, Lorenzo Olgiati ( fondatore insieme a lui degli Afterhours primordiali), Daniele Tortora, Frankie e DD dei Little Pieces of Marmalade , Vaselyn Kandinsky, Rodrigo d’Erasmo, Fabio Rondanini che hanno ulteriormente impreziosito questo lavoro.
LA TRACKLIST
TRA MILLE ANNI MILLE ANNI FA
SIGNORINA MANI AVANTI
PROCI
MILANO CON LA PESTE
LO SPOSO SULLA TORTA
SEVERODONETSK
GUERRA E POP CORN
PAM PUM PAM
LA PROFONDITA’ DEGLI ABISSI
AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO
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