Non ho mai amato Liam. Non mi è mai piaciuto il suo carattere strafottente e menefreghista.
Sono sempre stato dalla parte di Noel che lo ritenevo la mente eccelsa della famiglia.
Poi preferivo senza ombra di dubbio i Blur.
Ma a parte tutto questo “C’mon You Know” è proprio un bel disco!
Un disco che mi cambia la prospettiva e l’approccio verso Liam.
Liam con grande semplicità riesce a mescolare, con eleganza, la sua inconfondibile voce con suoni crudi e influenze classic degli anni ’60 e del rock ‘n’ roll.
“C’mon You Know” potrebbe essere tranquillamente un buon album degli Oasis, come struttura e concezione.
Sotto il profilo lirico può ricordare qualcosa di già sentito prima, ma Gallagher rimane un cantante che può pronunciare esortazioni utopiche e insulti beffardi con uguale convinzione, anche nella stessa canzone.
Inizialmente ispirato dalla creatività eccentrica del collaboratore di lunga data di Liam Andrew Wyatt, “C’MON YOU KNOW” ha invece poi preso una serie di svolte più strane e selvagge. Naturalmente Liam è sempre Liam, c’è un tocco di The Beatles e The Stones nell’album ma ci sono riferimenti anche a tanti altri da T-Rex e Hendrix a The Polyphonic Spree e Beastie Boys.
È un album che viene ulteriormente arricchito da alcuni collaboratori inaspettati come Dave Grohl, Ezra Koenig dei Vampire Weekend e Nick Zimmer degli Yeah Yeah Yeahs.
Il disco, composto di 14 canzoni, si apre con un coro di bambini che introduce la canzone d’apertura More Power.
Dopo l’inizio celestiale-acustico Liam si muove nei suoi meandri con Diamond In the Dark.
Si sfoga con il declamatorio vetriolo di Mark E Smith (“Sei l’unico prigioniero preso nelle guerre dell’informazione!”) sul chiassoso rocker in stile Stooges di I’m Free. Better Days è invece bander di electro-rock in stile Chemical Brothers e psichedelia travolgente è Oh Sweet Children.
World’s In Need ha un retrogusto alla Stones mentre The Joker ha un groove super.
Lungo il percorso, l’album si fa carico dell’amore di Liam per le dolci armonie e le tenere ballad con Too Good For Giving Up o Better Days, mentre Moscow Rules, è una ballata intrigante e barocca che mette in mostra i toni più morbidi di Gallagher.
Si sa! Liam o lo ami o lo detesti, non esiste una vita di mezzo, ma c’è spazio anche per l’oggettività, almeno io lascio sempre aperto questo spazio, e quando un disco è bello le simpatie e le antipatie non contano.
SCORE: 7,75
DA ASCOLTARE SUBITO
Better Days – Moscow Rules – The Joker
DA SKIPPARE SUBITO
Niente. Non ho skippato nulla!
TRACKLIST
DISCOGRAFIA
2017 – As You Were
2019 – Why Me? Why Not.
2022 – C’mon You Know
VIDEO
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