Recensione: POST NEBBIA – “Entropia Padrepio” [Traccia per Traccia]

L’entropia, in meccanica statistica, è una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico. “Entropia Padrepio” è un disordine quasi liturgico che è essenza del nuovo album dei Post Nebbia. 

Un disco che esplora il conflitto tra divino e terreno, tra siderale e umano, tra universale e singolare, plasmandolo in una forma sonora grandiosa e oscura in cui si fondono le atmosfere dei capolavori di Dario Argento e le scene di cristianità allucinata di Evangelion.

I Post Nebbia sono geniali nel ricreare suoni epici e opulento che al tempo stesso diventano ermetici, criptici e fumosi.

Un’assonanza italiana ai Bluvertigo, ma anche hai capostipiti della musica psichedelica degli anni 60/70 (Beatles, Black Sabbath, Beach Boys) incontrano classici dell’art rock di ieri e oggi come Strokes, Talking Heads, LCD Soundsystem, miscelandosi a pennellate di progrock à la Area o Goblin e ad accenni al vastissimo repertorio di library music italiana degli anni d’oro. 

Ancora una volta, per questa terza prova sonora della band padovana è Carlo Corbellini a dettare le regole: scrive e arrangia il disco mentre alla produzione artistica si fa affiancare da Fight Pausa, che restituisce organicità terrena a composizioni dall’intenzione aulica, mistica e spaziale, a tratti fantascientifica.

Entropia Padrepio è un viaggio che alterna argomenti dal peso specifico elevato (la morte, il rito, la catarsi, il sacrificio della propria individualità all’infinito) utilizzando appunto la chiesa come universo narrativo di riferimento, come linguaggio e come ambiente sensoriale, architettonico e iconografico.

TRACCIA PER TRACCIA

Intro – Il disco comincia con una Intro: una disordinata cavalcata dai rimandi morriconiani che si apre con il suono delle campane e del vento campionati da un vinile di effetti sonori, per poi costruirsi su una linea di synth corredata di elementi percussivi ed effetti, il cui arrangiamento si sfalda verso la fine.

Voce fuori campo è un pezzo con elementi atipici per i Post Nebbia: cassa dritta e sonorità new wave che fanno da tappeto sonoro a un testo che parla del cercare la presenza di Dio in spazi e cose terrene, come una faccia dentro tutti i corn flakes.

Cuore Semplice parte da una frase della Bibbia per poi espandere il concetto: un sound psichedelico, fumoso e dai rimandi ecclesiastici si unisce a parole introspettive, venate di misticismo, che affrontano senza paura il tema della crisi spirituale.

Pensiero Magico affronta il desiderio di essere soddisfatto da visioni universali e soluzioni quotidiane mistiche, slegate dal nesso di causa, esprimendole attraverso un pezzo divertente da suonare, storto nel ritmo e schizofrenico nell’arrangiamento, con un finale molto prog anni ’70.

Viale Santissima Trinità raccoglie invece una serie di momenti salienti dal sapore provinciale e vagamente inquietante a cui Carlo ha assistito in una chiesa di provincia.

Morte Rituale parla di un rito di iniziazione dalla natura non ben definita, immerso in un’atmosfera esoterica e che richiama i film di Dario Argento, musicalmente si combina ad arrangiamenti articolati ad alto pericolo di eccessiva grandiosità, creando un sound che fluisce compiutamente, in modo brusco e teatrale.

Cristallo Metallo, uno dei primi pezzi scritti nel disco, è un inno al percepirsi non più come singolare ma come parte dell’universale, al ritrovo della completezza attraverso il sacrificio, che nel pezzo assume un significato volutamente ambiguo, sia sentimentale che religioso o politico.

Freni Inibitori è stato invece l’ultimo brano a essere scritto, ed è espressione del desiderio di sapersi lasciare andare, in modo molto semplice e diretto, espresso anche in musica con progressioni di accordi più complicate e ritmi storti.

Solo l’Amore racconta di come ogni sogno ha una fine, solo l’amore rimane: da questa frase, scritta in tedesco su un gadget di una fabbrica di casse da morto austriache, nasce la canzone: un intermezzo un po’ satanico fatto con una combinazione della voce di Carlo e quella di Google Translate, avvolte da una nube di effetti e inviluppi.

Oltre la Soglia, il pezzo perfetto per concludere il disco. Il testo gira attorno all’idea di portarsi oltre la morte alcune caratteristiche della propria persona, imboscandole come sostanze illecite: in bottigliette d’acqua, doppi fondi, cerchioni delle auto.

SCORE: 8,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Cuore Semplice – Morte Rituale -Cristallo Metallo

DA SKIPPARE SUBITO 

Non ha lo sviluppo dichiarato di un concept album però il filo conduttore è quello: tra fede e spiritualità.

TRACKLIST

DISCOGRAFIA 

2018 – Prima Stagione
2020 – Canale Paesaggi
2022 – Entropia Padrepio

VIDEO 

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