Recensione: SLOWTHAI – “Ugly”

È raro, molto raro vedere la critica musicale esprimersi all’unisono. È assolutamente raro vedere magazine come il prestigioso Nme e Diy o quotidiani UK come il The Guardian recensire un disco con un 1o! 

Molto raro. Eppure con “Ugly” Slowthai ci è riuscito. 
Io ho sempre amato il rap made in Uk. “Original Pirate Material” di Mike Skinner, ovvero The Streets, è stato seminale per la via Uk dell’hip hop. 
Bene ora con questo “Ugly”, l’album numero tre del rapper di Northampton, dobbiamo riscrivere le regole e la storia del genere.

Slowthai ha creato un sound tutto suo evolvendo una costruzione sonora che fonde rap, alt-rock, punk ed elettronica abrasiva. 

Per capire la sua musica bisogna subito decodificare il manifesto iniziale del disco: Yum
Pezzo distopico e ossessivo che, nonostante testi positivi sulla propria autoaffermazione personale, viene accompagnato da una base elettronica inquietante che si intensifica e si risolve in un battito di casa. Quasi come sei i Prodigy e Aphex Twin fossero diventati dei rapper.

Da qui si parte, ma nel disco ci sono pezzi quasi mod come Sooner, tormenti come Feel Good, il primo singolo del disco, ma anche momenti introspettivi e delicati come Never Again o la finale 25% Club.
Fuck It Puppet mi ricorda il rap di Lamar mentre in Wotz Funny il basso penetrante mi ricorda i Joy Division.

Questo album era il mio tentativo di emulare lo spirito dell’etica di fratellanza che le band hanno”, ha dichiarato al momento dell’annuncio del disco.

Quasi un editto cementato ed enfatizzato dal cast di co-conspiratori di “UGLY” tra cui i Fontaines DC, Taylor Skye del duo delle Jockstrap e il chitarrista di Beabadoobee Jacob Bugden e se c’erano ancora dubbi sulle intenzioni di slowthai, come produttore l’onnipresente e capo della Speedy Wunderground Dan Carey.

Sotto il profilo lirico Tyron Kaymone Frampton, il vero nome di Slowthai, si muove in diverse direzioni: avventure con il Viagra, piacere estremizzato, visite futili dallo psicologo, crisi di panico, ansia, disagio sociale ma anche amore, amore pieno… 

Ogni giorno è un’opportunità per reinventarsi. Cerco sempre di essere migliore, a volte non sono all’altezza ma vado sempre avanti.
Il mio terzo album UGLY ne è una documentazione…

Da qualche parte ho letto questo commento: Best punk album since London Calling. 
Non siamo molto lontano da questa affermazione!!!

SCORE: 9,00

DA ASCOLTARE SUBITO

Yum – Never Again – Wotz Funny

DA SKIPPARE SUBITO

Senza dubbio nulla. 38 minuti ben spesi! 

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

2019 – Nothing Great About Britain
2021 – TYRON
2023 – UGLY (U Gotta Love Yourself)

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