Recensione: TIZIANO FERRO – “Il mondo è nostro” [Traccia per traccia]

Ricordi, rivalsa, depressione, sofferenze ma anche miti, musica e soprattutto le emozioni e le speranze della paternità, insomma vita! Tiziano è libero e vuole raccontare il suo mondo, il nostro mondo! 

“Il mondo è nostro” è una linea tracciata dopo vent’anni di carriera, otto album e un incredibile percorso musicale. 
Tiziano Ferro ancora una volta si racconta e proprio come nella copertina del disco si racconta felice e sorridente seduto sul bordo di un precipizio, incauto del pericolo, pronto a lanciarsi nella sua prossima avventura.  

Dal punto di vista musicale, melodico e del ritmo, Tiziano alterna ballatone strappa lacrime a pezzi pieni di brio ed energia. 
Nel disco anche degli ospiti diversi tra loro e diversi che entrano nel mondo di Tiziano: le nuove generazioni con thasup, l’hip hop con Caparezza, la riverenza con Vecchioni, ma anche il ritorno alla musica di Ambra e il regalo di Sting. 

Alla fine, il mondo è nostro, il mondo è ancora tuo Tiziano anche dopo vent’anni! 

TRACCIA PER TRACCIA 

Il Paradiso Dei Bugiardi

Questo è un brano “agguerrito” che viaggia su due binari paralleli. Da una parte c’è uno sfogo contro gli haters, ci sono anni e anni di offese ‘incassate’.
Dall’altra parte c’è la ricerca di una nuova consapevolezza e la risposta al peggior hater possibile: me stesso.
Non ho mai aizzato o assecondato polemiche, neanche quando le offese ricevute erano gratuite, infamanti e spesso anche false.
Sono stato ferito tante volte e spesso non mi sono sentito in pace di fronte a determinati sentimenti negativi – pur essendo consapevole che sia umano provarne.
Ho quindi deciso di far confluire tutta quella tempesta di sentimenti contrastanti in qualcosa di utile, liberatorio e forse anche catartico. Una canzone, per trasformare la sofferenza scaturita da quegli attacchi in qualcosa di positivo.
Non ci sono destinatari precisi, ho fatto pace con il passato. Questo brano è di tutti e per nessuno, è per chiunque senta il bisogno di reagire all’odio di cui si sente oggetto e spero inoltre che possa far riflettere chi invece compie queste orribili azioni.

Cit. testo: “E ti strapperò un sorriso… mentre stai ferma e piangi
E ti sentirai amata… dopo le spinte e i calci
Figlio, amico, angelo, fratello mentre tremo
Fanculo e chi ci odia non sorrido ma non temo
Pensa alla prima volta che hai detto “Ti amo”
La prima volta che passato un anno ci abbracciamo
La prima volta che davanti allo specchio non ci odiamo
Nati già perdenti ora guarda mentre vinciamo”.

La seconda lettura, riassunta nella frase “non mi trovo pregi neanche a cercarli (…) starei a disquisirne per ore ma ho tre sere a San Siro”, è invece una risposta a me stesso e alla paura, a 40 anni di non essere al passo con la generazione social e il suo linguaggio. 
Victor – ospite nel brano – a un certo punto irrompe dichiarando: “And that, Ladies and gentlemen, is a mic drop” perché alla fine mi rendo conto di un semplice assunto: io scrivo canzoni che raccontano le emozioni della gente, le mie.
E lo devo al pubblico che mi segue da oltre 20 anni.
Quell’amore ha generato moltissimi biglietti venduti e spesso gelosamente conservati dal 2019.

Mi rendo conto che il brano può risultare controverso, lo so, ma a 40 anni voglio prendermi il diritto di riempire il foglio bianco come mi pare. Noncurante delle eventuali “code di paglia” che cadranno vittima del mio divertissement.
Come disse Maryl Streep durante un discorso di accettazione ai Golden Globes: “Prendete il vostro cuore spezzato e trasformatelo in arte”.

Il Mondo È Nostro

Questa canzone nasce nel periodo della pandemia, un periodo complicato che ha rimesso in discussione il mio ruolo di artista. 
Durante quei mesi ho sentito l’obbligo morale di fare qualcosa. Vedevo i medici che stavano salvando vite umane ed ero convinto che anche io, in quanto artista, avrei dovuto fare la mia parte.
Se il mondo sta crollando, l’artista deve incitare, ispirare. Questo è il suo ruolo. Il mio.
L’arte è stata fondamentale in quel momento. Le persone avevano la televisione, la musica, l’arte appunto, a cui aggrapparsi per concedersi un momento di svago da tutto quello che stava accadendo attorno a noi.
Durante quei mesi mi sono reso conto anche che non esisteva più la solitudine del singolo individuo: eravamo tutti soli.
Ero lontano dai miei genitori, dal mio Paese, ero dall’altro lato del mondo ma in quel momento sarei potuto essere a Tokyo, a Milano o a Los Angeles e non sarebbe cambiato nulla. Mio fratello era a due metri dai miei genitori e comunque non poteva vederli.

“Il Mondo È Nostro” fotografa i miei ultimi anni e tutto ciò che mi ha reso – nel bene e nel male – l’uomo che sono. Questa canzone è il sunto di ciò che questo disco contiene e meritava un tributo – ecco il perché ho voluto incorniciarlo facendolo diventare il titolo dell’intero album.
Troppo frequentemente ci perdiamo davanti alla preoccupazione in merito a ciò che non abbiamo.
Mi piace l’idea che il disco sia nato da questo concetto: prendersi il diritto di celebrare il proprio mondo, di farlo senza aver paura di poter sbagliare, perché non esistono errori. Ed essere grati per la miriade di doni che abbiamo ricevuto – e continuiamo a ricevere – dalla vita.

La Vita Splendida

La vita splendida è un dialogo con una mia ipotetica cara amica, una persona con cui sono cresciuto, mi sono confrontato a 20, 30 e 40 anni.
Si parla di insicurezze e fragilità, di momenti belli e quelli più difficili.
È un brano esistenziale che celebra la vita e l’amore che un’amicizia profonda può generare.
Un amore estremista e immortale.
Perché con un amico vero non importa condividere le stesse opinioni ad ogni costo, o pensare sempre allo stesso modo. Non importa neppure se l’amico fa o dice cose giuste o ingiuste.
Il bene che lega due amici prescinde da tutte queste sovrastrutture. È puro.
Due amici possono prendersi a pugni, litigare in maniera accanita, ritrovarsi da lati opposti delle barricate ma l’amicizia vera non si incrina di fronte alla disparità, che eventualmente diventa invece una bella lezione di vita.
Ed è di questo che si parla in questa canzone: di vita.
È un bilancio, come fu Alla mia età, scritta tra i 28 e i 30 anni e in un momento durante il quale avevo bisogno di fare bilanci (in quegli anni avevo iniziato a stare male e andare in analisi ed è iniziato il percorso che mi ha portato al mio coming out).
A 40 anni succedono le cose dei 40 anni e mi piace l’idea di non sentirmi obbligato a rimanere identico al me stesso di 20 anni fa, perché chi mi ascolta è cresciuto con me.
Sentivo il bisogno di celebrare la vita, con un atteggiamento ottimista, come un grido di liberazione.
“Ma io la voglio cantare – questa vita – anche quando l’orchestra scompare”.

Addio Mio Amore

È una canzone elettro anni ‘80 che parla di depressione. La depressione: l’amante oscura che ha dominato la mia vita per tantissimo tempo e a cui dico addio in questa canzone.
La depressione è una abile nemica, ti spiega la vita a modo suo, e sempre in maniera distruttiva.
Diventa una droga, quindi una dipendenza dalla quale liberarsi è complesso e doloroso.
Di certo possibile, chiedendo aiuto.
Sembra una canzone d’amore in realtà non lo è, perché io continuo a dialogare con un personaggio fittizio come fosse una persona.
È una canzone al limite del catartico, non l’ho fatto in modo volontario, ma ha un grande valore curativo. Come dice mia madre, io le canzoni le scrivo per esprimermi, perché è con la musica che ho imparato a parlare.
Ho scritto da solo musica e testo (come quasi tutte le canzoni di questo album e non succedeva da un po’). Le strofe sono il racconto del passato e l’inciso è l’addio, il presente. È un addio forzato ma è a fin di bene.
È una separazione voluta, perché la depressione diventa una zona di conforto, tutto quello che sappiamo e abbiamo paura che la felicità ci metta nella condizione di dover essere appunto felici, di non doverci lamentare più di niente.
C’è un contrasto forte tra la musica – elettronica, quasi algida però ballabile –  e il testo – volutamente ermetico.
§L’ho fatto spesso durante la mia carriera da autore, forse per esorcizzare un sentimento cupo tramite dei suoni dirompenti. Penso per esempio a: “Per Dirti Ciao”, “Stop Dimentica” e forse anche “Xdono”.
Non si parla mai abbastanza di salute mentale. E se lo si fa è sempre in maniera inadeguata, generica, raccontando il problema e non la soluzione.
Ho provato a fare l’opposto. Questa canzone parla di un argomento che mi piacerebbe approfondire perché di salute mentale non si parla spesso nei giusti termini.
“Sei nato dal dolore che il tempo fermerà e nascono paure ma sopravviveremo. È amore, amore, amore che ti aspetta perché l’eterno non ha fretta”.

La Prima Festa Del Papà

C’è una cosa importante di cui mi sono reso conto negli anni: quando sbaglio è sempre e solo perché non ho seguito l’istinto. Lo dimostra il fatto che le mie canzoni che hanno avuto più successo sono state quelle maggiormente spietate verso me stesso.
“La prima festa del papà” è esattamente questo: la canzone più complessa e al tempo stesso onesta che potessi scrivere sulla mia esperienza da padre.
Questa canzone parla della gratitudine che ho provato quando ho ricevuto il privilegio di poter vivere un sogno. Anche solo il sogno, la fantasia.
Prima di allora – quando ero molto più giovane – il mondo mi aveva sempre raccontato che “quel sogno” non poteva neanche essere contemplabile.
“Figli miei sono nato in un mondo che distrusse quel sogno a metà,
Ma i miracoli non puoi fermarli come la mia prima festa del papà”
Questo brano è nato da un messaggio di mio padre arrivato il giorno della festa del papà che diceva: “La storia prosegue, il testimone è tuo”. È difficile spiegare quanto ha significato per me quel messaggio e quanto, fino a quel momento, non avevo davvero realizzato nella mia testa quel passaggio di testimone.

r()t()nda con thasup

La collaborazione con thasup è nata dalla voglia di voler fare qualcosa di bello in un periodo brutto come quello della pandemia (quello stesso spirito di cui parlavo in “Il mondo è nostro”).
Ci siamo conosciuti su Instagram, abbiamo iniziato a chiacchierare (senza mai vederci in volto) e ho scoperto un ragazzo molto sensibile, con un drive soul incredibile. Proprio grazie a questa nostra comune passione per il soul dialogare è stato semplice, anzi proprio una goduria.
Thasup è un bravo scrittore di musica e un bravo produttore, trascende dal mondo del rap e della trap, per me è un artista con una visione della melodia molto internazionale (mi ricorda John Legend o Frank Ocean). 
Questa canzone è nata da un fitto scambio di file, beat e idee e, nonostante sia giovanissimo, parla di quanto i suoi coetanei corrano dietro ai soldi e all’apparenza perdendo la capacità di parlare ad alta voce con se stessi.
Sono felice di essere entrato nella vita di un artista di questa età in questo momento, mentre lui si sta facendo delle domande. Questo scambio mi ha dato linfa vitale e vedere come la sua creatività e il suo bisogno di lanciare un messaggio non sono stati intaccati dal suo successo (ma anzi è ancora più forte il bisogno di dire e di fare piuttosto che quello di sembrare) mi ricorda il Tiziano del 2003.
Questa è una collaborazione della quale sono molto orgoglioso e mi sento molto, molto fortunato e privilegiato a poter essere accanto a un giovane così vero, da cui mi sono sentito accolto e abbracciato, e inoltre vuol dire che la scuola italiana va avanti con delle persone davvero capaci.

Mi Rimani Tu

Questa canzone è dedicata alla mia bambina. “Mi rimani tu” è venuta fuori in una maniera totalmente incontrollabile e incontrollata.
Ho scritto la melodia con Emanuele Dabbono, anche lui è papà e mi è sembrato naturale chiedergli una mano. Leggendo il testo, senza sapere che è dedicata ad una figlia, si potrebbe pensare che sia riferito ad una amica perché le parlo come ad una amica molto testarda, della quale mi fido ma che alla fine decide sempre lei cosa si fa la sera, dove si va. Questa è forse la cosa che mi piace di più di questa canzone anche perché l’amicizia, come la paternità, è assolutista ed estremista: a prescindere da ciò che faranno di giusto e sbagliato – tu ci sarai sempre per loro.

A Parlare Da Zero

Non volevo abbandonarmi al cliché del cantante che diventa papà e scrive una marea di canzoni per i propri figli e invece eccomi qui. Ognuno di loro ha una canzone. E questa è per Andres, il mio piccolo. Chitarra e voce e a differenza del brano scritto per Margherita, nato spontaneamente, questa canzone l’ho pensata, voluta. Non potevo fare cose impari.
L’arrivo di Andres mi ha portato a pensare a me da piccolo ed è da lì che nasce la canzone, da una foto di me di fronte al mare della mia infanzia.
Quando è arrivato mio figlio sono stato assalito dalle insicurezze; mi sono chiesto tante volte se fossi in grado di insegnare lui davvero qualcosa.
Come si fa il padre di un bambino? Cioè come ha fatto mio papà con me?
Con mia figlia forse il timore era minore, perché ho sempre creduto alla fiaba della bimba e il papà contemplato come un cavaliere sul suo cavallo bianco, pronto a fare qualsiasi cosa per le loro principesse.
Durante il brano si sente la voce del mio piccolo. Quella registrazione risale alla prima volta che l’ho tenuto in braccio.

L’Angelo Degli Altri E Di Se Stesso con Caparezza

Ho sempre sognato di collaborare con Caparezza. Era uno dei sogni nel cassetto. Il pezzo è estremamente funk, con un beat R’n’b, hip hop, con dei fiati. È un brano divertente. La canzone si compone di due parti una scritta e cantata da me, l’altra scritta e cantata da Michele.
È una canzone ironica, nata sempre nel periodo della pandemia in cui ciascuno di noi ha usato il filtro del momento per capire davvero chi ci sta accanto. Per questo è un pezzo un po’ paradossale.
Attraverso l’ironia si pone l’accento sulla capacità di essere indipendenti e non dipendere dagli altri. Fare le cose per se stessi e non per gli altri.

Ambra/Tiziano con Ambra Angiolini

È un’altra delle grandi gioie di voler far diventare la pandemia qualcosa di bello e di creativo. Mi sono detto non ti porre limiti, che vuoi fare? Cantare con Ambra Angiolini.
La canzone è nata da una chiacchierata, uno scambio di battute che potrei riassumere così:
“perché non canti con me?”
“tu sei l’unico per il quale tornerei a cantare. Guarda che io ti prendo sul serio, giuro che lo farei davvero”
“Allora io torno da te, entro 48 ore, con una canzone sulle cose che ci siamo detti”
E così è stato. Ho scritto subito la canzone e sono tornato da lei e lei ne se è innamorata subito.
È un salto nel sound degli anni ’90 e sarà una cosa molto emozionante per i fan.
Ambra è da sempre una mia grande fan, è sempre venuta ai miei concerti, mi ha sempre dato una carica infinita. Quando vivevo a Roma ci frequentavamo, c’è un rapporto precedente, non è una cosa nata da zero. Certo non avrei mai pensato di cantare insieme una canzone.

I Miti con Roberto Vecchioni

I Miti è una canzone swing nata con l’unico intento di divertirmi.
Parla dei miti personali di ognuno di noi, il tutto in modo molto ironico (I miti è meglio non conoscerli, specialmente quando sei triste sembrava che ti somigliassero).
La scelta di inserire un piccolo cameo di Roberto Vecchioni nel brano con me non è casuale.
Lui è da sempre un mito per me, uno dei motivi per cui scrivo canzoni, uno dei “colpevoli” ispiratori a vita. Sapevo che un uomo così profondo e tenero non si sarebbe tirato indietro di fronte al sarcasmo di questo brano.
Testo e andamento sono goliardici e un vero mito non si ferma di fronte a questo anzi più lo fai più sei un mito. Perché Roberto mito lo è di certo. Ho cercato di scherzare sull’umanità di questi miti, sul palco sono giganti irraggiungibili ma poi allo specchio solo esseri umani pieni di fragilità.
L’arrangiamento poi è un tributo a un’altra delle mie passioni: lo swing. Ho registrato tutto in presa diretta con una big band alle mie spalle. Davvero eccitante per chi, come me, è cresciuto con maestri di “voce” come Sinatra e Dean Martin.

Quando Io Ho Perso Te

Anche di questo brano ho scritto musica e testo e non sarebbe potuto essere che così.
Questa canzone è per certi versi quella lettera che alcuni psicologi ti consigliano di scrivere al te del passato. Io parlo alla versione di me di 20 anni fa circa, con una sorta di nuova lucidità. Parlo in prima persona e racconto di cose che probabilmente all’epoca mi hanno ferito, parlo di viaggi che facevo in quel periodo (poco dopo Xdono) quando mi sbattevano a destra e a manca in giro per il mondo ed ero proprio sbarellato. È come se io parlassi a quella persona di 20 anni fa per dirgli di non preoccuparsi, che nonostante in quel momento stai vedendo solo ombre tutto andrà bene, arriverà il lieto fine. Alla fine di un disco come questo mi sembrava molto bello dire questa cosa.

For Her Love (Sempre Amata) con Sting

Questo brano è stata una sorpresa dell’ultimo minuto. Sting adora l’Italia, infatti nel periodo in cui è nata questa idea si trovava nella sua casa in Toscana.
Per me, è stato shockante sapere che lui mi conoscesse dal punto di vista artistico. Ha subito accettato l’invito a una collaborazione: gli avevo proposto una mia canzone ma lui ci teneva che fosse un suo brano, pur sapendo che sarebbe andato nel mio disco.
L’ho trovato un gesto di grande generosità. Perché, innanzitutto, denota la volontà di aprire una conversazione e non di fare qualcosa di meccanico fine a se stesso. E, poi, mi ha messo di fronte a una sfida cioè scrivere delle liriche su un brano di un grande artista come lui.
Per me è stato facile perché mancava poco al mastering del disco e, quindi, in maniera quasi catartica ho scritto delle parole che raccontano una storia che in quel momento e, ancora oggi, mi è molto vicina. Mi piace molto l’immagine di un uomo che si spezza le ossa per la donna della sua vita, l’amore della sua vita.
È un lato dell’amore non raccontiamo spesso, si parla sempre di amore in maniera così aulica che ci si dimentica del fatto che l’amore è fatto di sudore e anche ossa rotte in senso metaforico e reale. L’amore stanca, richiede sforzi, abnegazione.
È stato bellissimo aver avuto questa opportunità perché io che adoro parlare di essere umani non avevo mai avuto occasione di farlo da questo punto di vista.

SCORE: 7,00 

DA ASCOLTARE SUBITO

La Prima Festa Del Papà – L’Angelo Degli Altri E Di Se Stesso – For Her Love (Sempre Amata) 

DA SKIPPARE SUBITO

Il disco scorre e non annoia … forse ai primi ascolti! 

TRACKLIST

DISCOGRAFIA

2001 – Rosso relativo
2003 – 111
2006 – Nessuno è solo
2008 – Alla mia età
2011 – L’amore è una cosa semplice
2016 – Il mestiere della vita
2019 – Accetto miracoli
2022 – Il mondo è nostro 

L’articolo Recensione: TIZIANO FERRO – “Il mondo è nostro” [Traccia per traccia] proviene da Newsic.it.