Abbiamo ascoltato in anteprima le canzoni del 73° Festival della Canzone Italiana: le nostre impressioni.
L’edizione n.73 del Festival della Canzone Italiana, in onda dal 7 all’11 febbraio su Rai1, la quarta consecutiva della felice era Amadeus, è da ritenersi, almeno sulla carta, la prima “post pandemia”, dopo 2 anni di mascherine e distanziamento obbligatori e già agli ascolti dedicati alla stampa negli studi Rai di Mecenate a Milano si respira un clima differente.
Per il suo poker, il conduttore e direttore artistico, sulla carta propone uno dei cast più transgenerazionale di tutti i tempi, che ammicca ai più giovani streamer (già conquistati lo scorso anno), ai boomer nostalgici degli anni ’80 e ’90 e ai senior.
Uno chef musicale che viene da solide basi radiofoniche e che in questi anni ha saputo intercettare gli interessi dei fruitori di musica: lo scorso anno ben 19 brani di Sanremo (su un totale di 25) hanno portato a casa almeno una certificazione d’oro (il brano vincitore, “Brividi” di Mahmood e Blanco, è arrivato a quota 6 platini). E leggendo i nomi degli autori e dei produttori coinvolti (Salmo, Francesco Bianconi, Calcutta, Damiano dei Måneskin, Tha Supreme, Federica Abbate, Dardust, Tropico, Merk & Kremont, Daniele Silvestri, La Rappresentante di Lista, Riccardo dei Pinguini Tattici Nucleari, Davide Simonetta…) sembra esserci quasi una gara nella gara, parallela, dove gli autori tornano a essere in primo piano.
I pezzi sono all’altezza delle aspettative? Scopriamolo insieme, brano per brano, con la tanto noiosa quanto doverosa premessa che con un solo ascolto le impressioni non possono che essere parziali e limitate (e che la versione incisa sarà poi ben diversa live con l’orchestra sul palco dell’Ariston). E che ascoltare 28 brani uno dietro l’altro, con una sola sosta, può mettere alla prova l’orecchio e il cerebro anche dei migliori “critici” musicali (parola orribile e ormai forse quasi priva di significato e, soprattutto, di significante), nonostante la presenza in sala del DJ di Arena Suzuki ’60 ’70 ’80’ ’90 cerchi di creare più dinamica.
LE PAGELLE
Gianluca Grignani: “Quando ti manca il fiato”
Torna all’Ariston dopo 8 anni e pone il settimo sigillo, un onesto pop rock (più pop che rock) in crescendo con chitarre, batteria e melodia in primo piano. Una dedica al padre e una ricerca della tranquillità nella solitudine, anche se da lui era lecito aspettarsi di più per un rilancio vero e proprio.
Voto: 7 (anche sulla fiducia)
Il verso:
Ciao papà o addio papà
Questa canzone te la canto adesso
Perché tu sappia che ti amo lo stesso
E per il resto ognuno giudichi se stesso”
Colapesce DiMartino: “Splash”
Ormai coppia di fatto, ci riprovano dopo la super hit messa a segno al Festival 2021 con “Musica leggerissima”; ad accomunare i due brani i diversi livelli di lettura del testo e l’ironia. A questo giro un ritmo ancor più marcato e orecchiabilità a profusione, finale dal sapore epico: facile immaginare che i programmatori radiofonici alzeranno con entusiasmo le loro palette per questo follow up che ha perso un po’ l’effetto sorpresa.
Voto: 7-
Il verso:
“Ma io lavoro per non stare con te
Preferisco il rumore dei cantieri infiniti
A quello del mare
Ma che mare ma che mare
Come stronzi galleggiare”
Articolo 31: “Un bel viaggio”
Altra reunion di “lusso”, J-Ax torna sui suoi passi e scopre che è stuzzicante financo il palco dell’Ariston per un esordio all’insegna di un brano firmato anche da Federica Abbate (testo) e Daniele Silvestri (musica) che parte soft con piano e voce che ben dosa canto e rap, mentre il refrain sembra noleggiato agli 883, fra rimpianti e compromessi raggiunti nella crescita. Sincero e funzionale, più pop che hip-hop.
Voto: 6 ½
Il verso:
Non volevamo crescere
Ma è successo tutto a un tratto
E fai tutte le cose che
Giuravi non avresti fatto”
gIANMARIA: “Mostro”
Gianmaria Volpato, classe 2002, ha vinto Sanremo Giovani lo scorso dicembre, noto ai più anche per essere arrivato secondo a X-Factor 2021. Dopo un inizio soft dove esprime al meglio la sua forte espressività nelle barre, dal refrain più melodico parte una cassa in primo piano che ne diluisce la potenza e l’efficacia nel racconto, a causa anche di un testo meno convincente rispetto, ad esempio, alla sua “Suicidi”. Da riascoltare.
Voto: 6+
Il verso:
“Ma che ti sembro un mostro?
Guarda che sono a posto
Che mi sono perso ero solo distratto da me”
Anna Oxa: “Sali (Canto dell’anima)”
Col suo 15° Sanremo è la veterana all’Ariston, dove ha vinto due volte (con “Ti lascerò” con Fausto Leali nel 1989 e con “Senza pietà” nel 1999) e da dove manca da 12 anni. A firmare il pezzo, con lei Francesco Bianconi e Kaballà, musica di Fio Zanotti. Mica pizza e fichi. Nell’incipit archi epici e tragici e la sua inconfondibile voce, con innesti vocali anche etnici, prima che esploda poi una cassa trascinante. Un grido di liberazione potente e ancestrale, dove Anna ruggisce ancora, anche se il brano, autoreferenziale, è quasi unicamente al servizio della sua ugola.
Voto: 6 ½
Il verso:
“Bocche piene di falsità che nutre il mondo
Mani prive di dignità, votate a Dio
Sali, uomo, sali e dimentica
Sali e ritorna alla (tua) nascita”
Mr. Rain: “Supereroi”
Mattia Balardi esordisce al Festival con un brano molto melodico (firmato con Federica Abbate e Lorenzo Vizzini) e un po’ ripetitivo (se non banalotto) che racconta chi per lui sono “i veri supereroi”, le persone capaci di chiedere aiuto.
Voto: 6
Il verso:
“A volte chiedere aiuto fa paura
Ma basta un solo passo come
Il primo uomo sulla Luna”
Rosa Chemical: “Made in Italy”
Manuel Franco Rocati è un altro tassello rap/trap/hip hop che dovrebbe appassionare i giovani, genuini o poser che siano e, soprattutto a occupare lo spazio occupato negli ultimi anni da Achille Lauro. Un punk pop abbastanza trascinante e a presa rapida con velleità da tormentone usa e getta. Con lui scrive Paolo Antonacci, musica di Davide Simonetta e Oscar Inglese.
Voto: 6+
Il verso:
“Sono un bravo cristiano
Ma non sono cristiano
Tu vuo’ fa l’americano
Io voglio morire da italiano”
Giorgia: “Parole dette male”
Tra le grandi big della musica italiana, per il suo quinto Festival (l’ultimo 22 anni fa con “Di sole e d’azzurro”, vincitrice nel 1995 con “Come saprei”), si avvale della produzione di Big Fish come per il precedente “Normale”. Una ballad moderna e intensa, ma dalla linea armonica un po’ scricchiolante, il cui testo è stato già pubblicato settimana scorsa per errore (e non per volontà dell’artista). Era lecito aspettarsi qualcosa di più da lei anche se nelle parole si ha la sensazione che riecheggi il ricordo di Alex Baroni.
Voto: 6 ½
Il verso:
“E tu alla fine eri una bella canzone
La prima fuga al mare in moto d’estate
Le tue risate e fare i cretini nei prati
Andare a dormire ancora bagnati”
LDA: “Se poi domani”
È il figlio di Gigi D’Alessio? Sì. È quello che ha fatto Amici 21 senza arrivare in finale? Sì. Merita di stare nei Big? Non si sa, i parametri son sempre molto “fluidi”. Il brano è meritevole? Nì, è una canzone d’amore autobiografica con voce e melodia in primo piano e in crescendo tipico sanremese per un pop leggero rivolto alle giovani generazioni (e alle mamme).
Voto: 5 ½
Il verso:
“E mi manca disegnare con lei sulla spiaggia
Due iniziali in un cuore di sabbia
Che ormai non ci son più
Come non ci sei tu”
Lazza: “Cenere”
Idolo dei giovani, Jacopo Lazzarini è il campione di vendite negli album 2022 con “Sirio” (18 settimane non consecutive in vetta, 4 dischi di platino), a Sanremo vuole farsi notare anche dalle altre generazioni, dimostrando la sua solida preparazione da Conservatorio. Firmano con lui il pezzo Dardust e Tropico (Davide Petrella) e si sente, per una base solida e convincente fra elettronica, hip hop e dance dove il suo riocontra, insieme a innesti di synth vocali, si appoggia con efficacia ma sulla carta sembra difficile possa mirare al podio festivaliero (certamente raggranellerà di più post).
Voto: 6 ½
Il verso:
“Ho visto un paio di inferni alla volta
So che vedermi così ti impressiona
Primo in classifica ma non mi importa
Mi sento l’ultimo come persona”
Ariete: “Mare di guai”
Amata dai più giovani, Arianna Del Giaccio per la sua prima al Festival propone un brano romantico e malinconico firmato a quattro mani con Calcutta e con la produzione di Dardust e Vincenzo Centrella. Un Ariete mai sentita così melodica, fra piani e archi, pur senza rinunciare alla ritmica. Il risultato è convincente ma rischia di non emergere davvero nel marasma di proposte.
Voto: 7+
Il verso:
“è lunedì
La luna sembra un po’ arrabbiata come mai
Stanotte non sei più tornata sono qui
Con la finestra spalancata”.
Sethu: “Cause perse”
Marco De Lauri, savonese, classe 1997, tra i 6 Giovani prescelti per l’Ariston, propone un punk-rap a preso rapida a BPM elevati, con un ritornello uptempo serratissimo, ma la musica rischia di schiacciare il messaggio.
Voto: 6+
Il verso:
“Chiedi scusa anche a papà
Se mi parli e sto per aria
Se ho una testa dimmerda
Ma qua fuori è una guerra”
Tananai: “Tango”
Dopo l’ultimo posto lo scorso anno, l’ascesa di Alberto Cotta Ramusino è stata inarrestabile, inanellando una hit dietro l’altra, ora alla 1 in radio con “Abissale”. E come quella ballata, qui ci regala la sua anima più melodica, intensa e malinconica, anche se la linea armonica sembra meno immediata. Con lui firmano Davide Simonetta, Paolo Antonacci e Alessandro Raìna. Da ultimo a primo? Lui ci crede, e non è nemmeno l’unico. Vedremo la resa live, perché il brano è impegnativo.
Voto: 7
Il verso:
“Eravamo da me, abbiamo messo i Police
Ridevamo di te che mi sparivi nei jeans”.
Levante: “Vivo”
Claudia Lagona torna dopo 3 anni al Festival (nel 2020 arrivò dodicesima con la hit “Tikibombom”); a parte la rivoluzione cromatica-tricologica, prova a distinguersi nella massa con un inno femminile ritmato con innesti elettronici e un arrangiamento fin troppo ricco per arrivare con immediatezza.
Voto: 6 ½
Il verso:
“O respiro o affanno
Come stare al mondo?
Mi sorprendo con poco
Credo nel Dio che prego
Padre nostro, padre posso andare in cielo?”
Leo Gassmann: “Terzo cuore”
Vincitore di Sanremo Giovani 2020, il figlio di Gassman Ale e nipote di Gassman senior cerca nuove dimensioni musicali grazie alla firma di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari che lo allontana dal cantautorato struggente innestandoci un impianto ritmico inedito. Buona resa vocale.
Voto: 6 ½
Il verso:
“Penso di avere talento
Per trasformare le sfide in sfighe
Ormai non so più cosa sento, no
E guardo solamente serie crime
Mi illuderò che ci sia un colpevole per ogni male”
Modà: “Lasciami”
La band capitanata da Kekko Silvestre, un po’ lontana dai riflettori negli ultimi anni, torna all’Ariston dopo 10 anni (quarta partecipazione, di cui una valse loro il secondo posto con “Arriverà” insieme a Emma) con un onesto pop rock arioso e potente che sembra ripescato per i nostalgici 15 anni fa dalla loro discografia. I Modà fanno i Modà, prendere o lasciare.
Voto: 6 ½
Il verso:
“Lasciami… ma regalami un sogno… lasciami…
Con la nostra canzone e un bicchiere con dentro un tramonto,
mettici un bacio e veleno con ghiaccio”
Marco Mengoni: “Due vite”
Terzo nel 2010 con “Credimi ancora” e vincitore nel 2013 con “L’essenziale” (che compie già 10 anni…). Sulla carta il buon Marco può solo peggiorare o riconfermarsi, comunque non intaccherà la sua tournée negli stadi. Pezzo firmato da Davide Petrella e Davide Simonetta per la musica. Si inizia piano e voce, prima che la sua ugola si inerpichi inconfondibile su archi a profusione e su una bella melodia e innesti ritmici dalla seconda strofa. Manca solo un refrain che resti davvero impresso.
Voto: 7
Il verso:
“Siamo fermi in un tempo così
Che solleva le strade
Con il cielo ad un passo da qui
Siamo i mostri e le fate”
Shari: “Egoista”
20enne friulana (da Monfalcone, come Elisa), Shari Noioso è stata tra i 6 promossi di Sanremo Giovani e garantisce il signor Salmo che firma la musica del brano. Il suo canto sincopato e ansiogeno è in primo piano, su una base urban e r&b non supportata del tutto dallo spessore melodico.
Voto: 6-
Il verso:
“Ci fossi tu qua con me
Mi sentirei un po’ meno egoista
Mentre strappo sta birra che sa di the”
Paola & Chiara: “Furore”
Le sorelle Iezzi, fresche di reunion, sono alla quarta presenza a Sanremo (esordio e vittoria a Sanremo Giovani nel 1997 con “Amici come prima”), prodotte dal duo di producers e dj italiani Merk & Kremont. Com’era lecito, si balla come se non ci fosse un domani, su una base dance-pop dai BPM sostenuti (fin troppo tamarra) scandita da stilettate d’archi. “Dove si balla” wannabe (anche se sembra meno potente e fresca).
Voto: 6 ½
Il verso:
“In questa notte di sole
Furore, furore,
amarsi e fare rumore
nel mio respiro tu
senza fermarci più”
I Cugini di Campagna: “Lettera 22”
L’esordio in riviera dopo 53 anni di carriera è sotto l’insegna di un brano scritto da La Rappresentante di Lista (che cura anche la musica, con Fabio Gargiulo). Ci si aspetta un futuro tormentone tra ironia e kitsch, invece è un gioiellino pop immediato, che unisce ritmo e melodia, modernità e tradizione, financo elegante, che suona già al primo ascolto come un piccolo classico e che potrebbe riportarli in radio con un certo riscontro, anche se alla lunga rischia di risultare ripetitivo.
Voto: 7
Il verso:
“Io non sono altro che un giardino
Senza neanche un fiore
Io senza di te non sono altro che
La parola amore”
Olly: “Polvere”
Federico Olivieri, genovese, classe 2001, fra i 6 Giovani promossi all’Ariston, porta un brano liberatorio, che contamina pop, dance, elettronica e canzone d’autore, shakerandolo con una base ritmata e veloce, che diventa ancora più potente nell’inciso. Sulle giostre funzionerà, nelle radio vedremo.
Voto: 6/7
Il verso:
“Innamorato
Come i ciechi con gli odori
Come i muti coi rumori
Come gli altri, come noi”
Ultimo: “Alba”
Per Niccolò Moriconi, di professione riempistadi e collezionista di certificazioni FIMI, è il terzo Sanremo, dopo la vittoria nei Giovani nel 2018 e il secondo (amaro) posto nel 2019. Si ripresenta con un brano che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto già seminato, ma semplice, intenso e ispirato, dalla bella linea melodica, orecchiabile e ben supportata vocalmente. Ha il pezzo, serio candidato alla vittoria.
Voto: 7 ½
Il verso:
“E t’immagini se tutto stesse sopra i nostri limiti
E credessimo ai sorrisi come i comici,
se non dovessimo parlare per conoscerci,
se non amassimo soltanto i nostri simili?”
Madame: “Il bene nel male”
Il cambio di titolo in corsa (originariamente il brano avrebbe dovuto chiamarsi “Puttana”) e poi la causa per il presunto green pass falso: il pre-Sanremo di Francesca Calearo non si può dire che non sia stato adrenalinico. Peccato che la sua partecipazione in qualche modo sarà per questo compromessa e strumentalizzata, ed è un peccato perché il pezzo c’è, con una linea ritmica sostenuta soprattutto dalla voce nelle strofe e da un refrain coinvolgente e immediato. Più tamarra di “Voce” del 2021 ma qualche timido applauso in sala stampa c’è stato (l’unica).
Voto: 6/7
Il verso:
“Amore tu sei
Sei lo sbaglio più fatale che ho commesso nella vita
Amore, tu sei
Sei la prova che gli errori sono fatti per fiarli
Ancora tu sei,
la puttana che ha ridato un senso ai giorni miei”
Will: “Stupido”
William Busetti, veneto, annata 1999, anche lui fra i 6 Giovani promossi nei Big, punta a un pop musicalmente moderno e pulito, con una resa vocalica poliedrica e una coda interessante ma manca il guizzo finale e rischia di sparire nel mare magnum delle proposte.
Voto: 6
Il verso:
“Ma a volte io mi sento stupido
Volevo tutto il pianeta stringerlo in una mano
Volevo fare il poeta, ora l’essere umano
E diventate pure un po’ banale”
Mara Sattei: “Duemilaminuti”
La sorella di The Supreme, che quest’estate ha sbancato con “La dolce vita” insieme a Fedez e Tananai, porta un brano scritto da Damiano dei Måneskin e dal fratello (che produce pure) più tradizionale di quanto ci si aspettasse, vocalmente impegnativo. Anche qui, la melodia di mischia su un tappeto sonoro moderno, fra pop ed elettronica.
Voto: 6/7
Il verso:
“Io mi ricordo quando ritornavi a casa stanca
E sotterravi i tuoi problemi dentro fiumi d’alcool
E ogni volta mi dicevi che la colpa era mia”
Colla Zio: “Non mi va”
Promossi dai Giovani, il quintetto milanese è di fatto l’unica band in gara insieme ai Cugini di Campagna. Scanzonati ed energici, inneggiano alla libertà con convinzione ma il tutto sa già di sentito, sembrano il b-side de Lo Stato Sociale.
Voto: 6-
Il verso:
“Quelli che puliscono i cessi
Poi c’è chi fa sesso, chi wrestling, gli onesti
Molti che prendono in giro se stessi
Ma tu non sei nessuna di questi”
Coma_Cose: “L’addio”
Il duo meneghino si è fatto apprezzare due anni fa con “Fiamme negli occhi”, gli Al Bano e Romina dell’indie pop 2.1 sfornano un midtempo che convince nell’arrangiamento e nella linea melodica.
Voto: 7+
Il verso:
“E forse arriverà davvero il giorno
In cui diventerai solo un ricordo
O ce ne andremmo via come uno stormo
Che con l’autunno poi farà ritorno”
Elodie: “Due”
Terzo Sanremo in gara per la regina della radio, che definisce questa nuova canzone “spigolosa e diretta” e che, come c’era da aspettarsi, strizza molto l’occhio all’airplay (non a caso fra le firme c’è la “certezza” Federica Abbate), puntando tutto sulla sezione ritmica e un arrangiamento funzionale ma che alla fine lascia poco di sostanzioso in bocca.
Voto: 6+
Il verso:
“Solamente tu
Una coltellata ogni parola solamente io
Nei discorsi sulla bocca della gente”
CONCLUSIONI E PREVISIONI
Se a scatola chiusa il podio sulla carta se lo gioca il trio Ultimo-Mengoni-Giorgia (quotatissimi anche dai bookmakers), dopo il primo ascolto sembrano riconfermati Mengoni e, soprattutto, Ultimo, che sembra essere il maggior candidato ad alzare il leoncino finale (anche se Giorgia si prenderà diversi voti per la carriera).
Attenzione poi soprattutto alla scheggia impazzita Tananai, anche a Lazza ed Elodie da non sottovalutare anche se i brani non ci hanno convinto del tutto (soprattutto quello di quest’ultima). C’è anche da capire Madame quanto è compromessa a livello d’immagine per la gara, Colapesce Dimartino già sfiorarono il podio da semisconosciuti, mentre i Cugini di Campagna possono essere dei veri outsiders. Coma_Cose e Ariete hanno il pezzo ma quanto potranno essere effettivamente sostenuti?
Nella conferenza stampa finale, Amadeus si è espresso sul tema dei brani, quest’anno molto introspettivi (toccando anche il tema della salute mentale, come per Mr Rain e i Modà), con sovrabbondanza di tante storie d’amore finite male… “C’è molta canzone, forse più degli anni passati, il tema introspettivo è certamente ben presente, e non solo nell’amore”.
Il direttore artistico ha anche annunciato un cambio nel regolamento per la serata finale: a differenza degli anni precedenti, a giocarsi la vittoria saranno 5 brani e non più solo 3, che verranno rivotati dalle giurie da zero dopo aver annunciato la classifica completa finale.
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